La Setmana

In questi giorni ho visitato La Setmana del Llibre in Català (La Settimana del Libro in catalano), che è una fiera letteraria che quest’anno celebra la sua 37a edizione e che ogni anno all’inizio di settembre possiamo visitare nel viale della Cattedrale di Barcellona.

La Setmana è la fiera letteraria per eccellenza che ci consente di riconoscere il lavoro degli editori che pubblicano in catalano e delle librerie che portano al lettore le loro pubblicazioni, dando visibilità al libro e alle riviste e offrendo strumenti per incoraggiare la prescrizione della lettura.

Troviamo molti da non dire, la stragrande maggioranza degli editori in lingua catalana, ma, in particolare, tra le novità presentate questa nuova edizione, mi è mancato trovare gli editori autopubblicanti in catalano. Forse perché la generazione di libri autopubblicati non gode dello stesso prestigio nel settore della pubblicazione tradizionale, ma anche così, nel mercato della letteratura catalana possiamo trovare libri autopubblicati, per questo motivo ho pensato che la rappresentazione di l’attuale letteratura catalana era completamente incompleta.

Anche se non solo per questo motivo, ma anche per altri piccoli dettagli che forse sfuggono all’organizzazione di La Setmana. In Catalogna abbiamo la fortuna di apprezzare il talento dei bravi traduttori in catalano, i più importanti anche presenti in fiera, e abbiamo anche bravissimi scrittori e scrittrice in catalano che sono una gioia da leggere, ma sono sorpresa da un fatto, e mi porta a una riflessione ad alta voce che voglio condividere con voi: proiettiamo davvero letteratura catalana invitando un autore straniero? Non sarebbe più interessante promuovere un autore catalano o un autore catalano?

Voglio chiarire che non ho nulla contro l’autore invitato quest’anno, David Lagercrantz, né i possibili autori invitati nelle precedenti edizioni, ma il fatto che uno scrittore straniero sia l’ospite speciale di La Setmana e sia divulgato a tutti i livelli mediatici, trovo più un successo di comunicazione per lo stesso scrittore che per La Setmana stessa, che è in teoria ciò che dovrebbe essere diffuso, perché dubito che il paese di origine dello scrittore ospite abbia fatto eco La Setmana in quanto tale. Ovviamente, se guardiamo le notizie di questo mese, possiamo vedere che l’autore ospite sta promuovendo il suo ultimo libro pubblicato in Spagna con l’Editoriale Planeta. Mi scusi, ma questo non avrebbe promosso piccoli editori catalani? Sì, quelli che hanno il coraggio di pubblicare esclusivamente in catalano al momento più complicato è il mercato del libro. Onestamente, penso che avrebbe aiutato maggiormente la letteratura catalana a promuovere uno scrittore catalano e coloro che pubblicano con una piccola casa editrice o almeno coraggiosi e piccoli imprenditori, piuttosto che uno scrittore straniero, dal momento che non avremmo solo aiutato un imprenditore editoriale catalano, ma avremmo anche promosso più vendite di uno scrittore catalano rispetto a quelle di uno scrittore straniero, che ha alle spalle un grande gruppo editoriale come Grupo Planeta, indipendentemente da quanto Planeta pubblichi anche in catalano. E ripeto, non ho nulla contro i grandi editori, o i gruppi editoriali, o contro gli scrittori dei loro cataloghi, alcuni addirittura adorano e adorano moltissimo, ma che lasceremo per un’altra colonna d’opinione.

Nonostante questa piccola critica, penso che sia vero che La Setmana incoraggia l’incontro tra lettori, librerie, editori e riviste che pubblicano in catalano. Dall’esterno si vede chiaramente come un lettore che cammina attraverso la Fiera e si diverte a comprare libri, che c’è un’atmosfera molto buona tra i diversi stand ed espositori e che, La Setmana, costituisce chiaramente un punto d’incontro per il settore letterario catalano.

In quanto topolina da biblioteca che mi considero, credo che La Setmana sia una buona opportunità per trovare tutte le novità del rentrée letterario, recuperare vecchi fondi editoriali, scoprire la sorpresa delle ristampe dei classici o vecchi bestseller già dimenticati e allo stesso tempo godere di presentazioni di libri e letture ad alta voce con autori, attori e giornalisti di fama, cene letterarie, tavole rotonde, serate di musica e cinema e spettacoli per famiglie. Ricordo che mi sono divertito molto ad ascoltare il caro Pilarín, i suoi commenti e alcune esperienze sull’illustrazione di libri.
Quest’anno La Setmana penso che diventi un incontro essenziale nella letteratura catalana e che i lettori aspettino ogni anno adesso, per avvicinarsi agli editori, ai libri e ai loro autori.

Ma anche, dal backstage del settore letterario catalano, penso che sia diventato un punto d’incontro per poter fare affari e far crescere la letteratura catalana. A La Setmana non vengono venduti solo libri, in particolare le novità della stagione autunnale, sfruttando il ritorno delle vacanze, ma anche, parallelamente, si tiene un festival letterario che consente agli autori di contattare i lettori, l’approccio leggere in catalano, presentazioni di libri, ecc.

Come lettore, sono molto lieto che vengano realizzate iniziative di questo tipo e, onestamente, credo che si dovrebbero tenere più fiere letterarie su tutto il territorio simili a La Setmana.

Come scrittrice è un piacere vedere come i colleghi professionisti possono vedere le sue opere esposte in una fiera semplicemente bella come La Setmana, da parte mia, molto … Devo solo aspettare la prossima edizione per prestare attenzione agli autori autopubblicato e nuovo, che non siamo pochi a cui piacerebbe anche avere uno spazio a La Setmana, come con il resto degli autori catalani già stabiliti.

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